La pratica della scherma storica richiede un costante ed impegnativo allenamento da parte dello schermidore.
Senza un'adeguata preparazione, oltre a rappresentare un pericolo per se stessi e per gli altri, non risulta possibile apprendere correttamente le varie tecniche d'armeggio e sopportare lo stress fisico che queste impongono.
A tale scopo, l'allenamento viene sostenuto con repliche di armi e dell'equipaggiamento difensivo in uso all'epoca, abituando così l'allievo al loro ingombro.
L'allenamento si può dividere in tre fasi tra loro strettamente correlate:
Il percorso schermistico della nostra Scuola inizia con le tecniche di bastone bicipite, per poi proseguire con spada e scudo, spada e boccoliere, lancia corta, spada a due mani, falcione, daga, ed infine concludendosi con spada in armatura.
Martedì e Giovedì, dalle ore 21:30 alle 23:30, presso la Palestra della Scuola di Paperino di Prato.
Possibili variazioni potranno occorrere circa orari e luoghi degli allenamenti nel periodo estivo, da Giugno a Luglio.
Di seguito potete trovare le descrizioni delle armi da noi studiate:
I manuali di scherma antica rappresentano la fonte primaria di riferimento per apprendere l'uso delle armi e delle discipline dell'epoca.
Il Flos Duellatorum (o Fior di Battaglia) è uno dei testi di riferimento per chiunque pratichi la scherma antica.
Fu scritto per il signore di Ferrara, Niccolò III d'Este, nel 1409-10, dal maestro Fiore dei Liberi da Premariacco e ci è
stato tramandato in tre versioni. Due di esse appartengono alle collezioni Getty e Morgan mentre la terza,
appartenuta alla collezione Pisani-Dossi, è andata perduta agli inizi del XX secolo, sebbene sia
sopravvissuta una riproduzione in facsimile.
Si tratta di uno dei primi esempi in Italia di manuale per il combattimento cavalleresco ed illustra i vari modi di impiego di tutta quella serie di armi di cui un cavaliere avrebbe potuto servirsi
se chiamato a duellare.
Fatta eccezione per il prologo il testo presenta una serie di illustrazioni che ripropongono tecniche di armeggio corredate da glosse.
Ogni glossa commenta la figura sottostante e, di norma, a ogni illustrazione o coppia di illustrazioni corrisponde una sola glossa.
Il London Tower Fechtbuch (anche noto col numero I.33 e conservato nell'Armeria Reale
di Leeds) è un trattato, scritto da un monaco di nome Lutegerus, in cui si illustrano in 64 tavole delle
azioni di combattimento di spada e brocchiero, svolte da due monaci di cui uno è il prete e l'altro lo scolaro.
Dopo le prime due tavole in cui si mostrano le sette guardie base, la spiegazione procede con 38 sequenze,
l'inizio delle quali è contrassegnata da una croce sulla sinistra.
Le illustrazioni sono proprie dello stile tipico della fine del Duecento, al massimo inizio Trecento.
Risultano di difficile interpretazione per via sia dell'assenza di prospettiva sia delle convenzioni grafiche
del periodo, che inficiano la comprensione delle posizioni delle spade e delle gambe dei monaci.
La tecnica stessa non è delle migliori, e gli errori di anatomia lo confermano.
Il Ms I.33 molto probabilmente era rivolto a fruitori che già disponevano almeno delle basi della scherma,
ed è un testo didattico, corredato dai tipici versi mnemonici.
Il De arte gladiatoria dimicandi è un trattato del XV secolo di Filippo Vadi
sull'arte della scherma medievale, che si occupa dell'utilizzo di spade a due mani, daghe, lance, bastoni e lotta corpo a
corpo.
Il manoscritto fu redatto tra il 1482 e il 1487 e fu dedicato al duca Guidobaldo da Montefeltro.
Le illustrazioni e le tecniche presenti nel trattato sono influenzate dall'opera di Fiore dei Liberi, autore del "Flos duellatorum".
Il trattato venne citato nell'indice della biblioteca ducale di Urbino, fatto eseguire tra il 1482 e il 1487 da
Ludovico Odasio, precettore del giovane duca, e non può essere quindi posteriore al 1487. Sempre nel catalogo
della biblioteca si trova l'annotazione che il testo non fu più trovato dopo la conquista della città
da parte di Cesare Borgia nel 1502.
Il manoscritto è oggi conservato presso la Biblioteca nazionale di Roma.
Il Fechtbüch (cod.icon. 394a) è l'ultimo libro sul combattimento scritto dal maestro e mercenario svevo Hans Talhoffer.
Scritto nel 1467 per il Conte Eberhardt I von Württemberg, è l'unico a trattare l'uso della spada senza armatura.
Il manuale tratta una notevole quantità di armi e tecniche quali spada, boccoliere, balestra, daga, mazzafusto,
longshield, spada lunga, mazza, azza e lancia sia in armatura che senza, a piedi o a cavallo.
Gli scenari d'impiego sono dei più vari spaziando dal torneo al duello fino all'autodifesa in contesti urbani.
Nonostante la grande cura nei dettagli delle immagini, queste sono prive di descrizioni esaustive, spesso composte da poche parole se non da nessuna.
L'originale è conservato presso la Bayerische Staatsbibliothek a Monaco.
La Oplodidaskalia sive Armorvm Tractandorvm Meditatio Alberti Dvreri (MS 26-232) ovvero
“L'allenamento alle armi, o le meditazioni di Albrecht Dürer sul maneggio delle armi” è un manuale di scherma tedesca
illustrato nel 1512 da Albrecht Dürer. È il primo esempio di un manuale di scherma illustrato da un artista rinascimentale.
L'originale attualmente è custodito nel Graphische Sammulung del Museo Albertina di Vienna, Austria.
Questo trattato, come tutti del materiale di recinzione di Dürer, sembra essere collegato con la visita dell'imperatore
Massimiliano I alla città natale dell'artista, Norimberga, nel 1512.