Spada a una mano e mezza & Spada a due mani

Spada mano e mezza

La spada a una mano e mezza e la spada a due mani sono armi vantanti una discreta complessità e numero di tecniche. Richiedono esperienza e impegno notevoli per essere apprese in tutta la loro interezza: è per questi motivi che nella nostra Scuola sono tra le ultime armi insegnate.

Questa disciplina è ampiamente studiata nell’opera di Fiore dei Liberi “Flos Duellatorum” (il principale trattato di riferimento) ma occupa uno spazio considerevole anche in trattati da noi studiati come il “Fechtbüch” di Hans Talhoffer.
Nel “Flos Duellatorum” tali modelli di spada hanno nel complesso ben 10 poste di guardia, ognuna con la rispettiva posta contraria, e una gran numero di “giochi stretti” che comprendono disarmi, controlli della spada avversaria e chiavi articolari.

La spada a una mano e mezza comincia a comparire in Italia intorno al 1340 - 1350, retaggio dei mercenari e cavalieri di origine nord-europea. Anni dopo, nella seconda metà del secolo, comincierà a fare la sua comparsa anche il modello detto “a due mani”. Le grandi spade hanno in realtà un'origine ben più antica, fin nell'Età del bronzo, dove venivano usate per varie mansioni domestiche o rituali, e non in battaglia dato che, non essendo ancora state scoperte leghe metalliche adeguate, il loro peso era eccessivo.
Caratteristica (e origine del nome) della spada a una mano e mezza è quella di poter essere impugnata sia con una mano che con due, essendo la lunghezza dell’impugnatura più corta di quella di una spada a due mani ma più lunga di quella di una spada a una mano.
La lunghezza di tale arma si aggira tra i 120 e i 130 cm, a differenza della sua succedanea a due mani che può arrivare ai 160 cm, e pesa circa 1,5 chilogrammi. Da notare che la reale differenza di lunghezza è mediamente dovuta all'impugnatura e non alla lama.