Lo studio della spada a due mani in armatura è l'ultimo in ordine di difficoltà all'interno del percorso schermistico della Scuola.
Benchè l'arma, la spada a due mani, sia già stata incontrata dal combattente precedentemente, ad essa ora va aggiunta la difficoltà dell'uso dell'armatura
a piastre, equipaggiamento difensivo che impone un approccio completamente diverso al duello. L'armatura, infatti, mentre garantisce al combattente una
maggior protezione contro gli attacchi, rende impossibili o troppo lenti o addirittura inutili altri movimenti ed altri attacchi, fino a quel momento vantaggiosi.
Si aggiunga a questo lo sforzo fisico richiesto al duellante dalla pesante protezione in acciaio.
L'armatura, così come è nota all'immaginario comune, nasce nella sua forma embrionale intorno al 1250. Il primo esempio nelle effigi europee è la statua di San Maurizio a Magdeburgo:
il santo è raffigurato con indosso un lamiere (o coat of plates), una serie di lastre metalliche a protezione del busto rivettate contro un surcotto in cuoio e tessuto. Seguono in ordine temporale le corazzine, anch'esse
composte da un doppio giubbetto in cuoio (davanti e dietro) rinforzato con piastre metalliche. Queste soluzioni miste cuoio-metallo sono anche note come “armature di transizione”.
È soltanto alla metà del secolo successivo che, complice lo sviluppo della metallurgia, l'acciaio si libera del cuoio
come materiale di supporto. Nascono così corazze pettorali e protezioni per gli arti completamente in metallo. Tuttavia queste protezioni non sono ancora pienamente articolate e pretenderanno l'uso della cotta di maglia sotto di esse per almeno un altro cinquantennio.
L'esempio più noto è l'armatura Churburg, conservata a Castel Coira a Sluderno.
Le tecniche di spada in armatura sono trattate in tutti i principali manuali del XV sec, dal “Flos duellatorum” al “Fetchbüch”, ed occupano una parte rilevante essendo, in quel periodo, l'equipaggiamento maggiormente utilizzato nei duelli (d'onore o giudiziari) che i cavalieri del tempo sostenevano. I maestri d'arme insegnano svariate tecniche per lo scontro in armatura: essendo praticamente impossiible sfondare col taglio una piastra di metallo, la scherma in armatura si impernia su disarmi, atterramenti, controlli dell'arma avversaria, punte o tagli diretti alle parti scoperte (ascelle, gola), colpi a martello sferrati con la guardia tutti diretti a superare e rendere inefficace la pesante protezione avversaria.